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Pagani caput mundi: il nuovo menu food&drink di Cinquanta-Spirito Italiano è un viaggio fusion campano

Ospitalità (dal latino hospitalĭtas -atis): qualità di chi è ospitale, cordiale generosità nell’accogliere e trattare gli ospiti. Non esiste parola migliore per descrivere il concept di Cinquanta-Spirito Italiano, il già iconico cocktail bar aperto appena un anno fa da Alfonso Califano e Natale Palmieri.

Un locale d’altri tempi (da qui il nome Cinquanta) per accoglienza ed esperienza complessiva, ma al contempo rivoluzionario per gestione e mentalità. Non è certo un caso, d’altronde, che continui ad attirare addetti ai lavori e spirits lovers di ogni dove nella modesta Pagani, piccola cittadina in provincia di Salerno, a due passi tanto da Napoli quanto dalla Costiera Amalfitana. Il motivo è semplice: Cinquanta-Spirito Italiano, nella sua semplicità da intendersi qui come genuinità, ha portato un format che nel nostro Paese mancava.

Ebbene, dopo tante iniziative di successo fra cene di beneficenza e collaborazioni con chef e pastry chef rinomati, così come masterclass e guest in giro per tutta l’Italia, il tandem Califano-Palmieri ha deciso di dare un’ulteriore svolta con una proposta sempre tradizionale e orgogliosamente italiana, ma anche con un frizzante tocco di internazionalità. È da leggersi proprio in questo senso la nuova offerta food&cocktails presentata la scorsa settimana, che non snatura i principi intorno ai quali il numerosissimo team (oltre 30 dipendenti) di Cinquanta ha costruito la sua isola felice, portandolo però a una dimensione superiore.

La nostra analisi parte ovviamente dalla nuova carta drink, vista la predilezione naturale di questo locale vivo da mattina a sera per aperitivi e after dinner di qualità e fantasia. Tutto stavolta ruota intorno al viaggio, esattamente ciò che sta facendo il marchio Cinquanta a livello italiano e anche ciò che più ci era mancato durante questi ultimi due infausti anni. Un viaggio pensato non in maniera individuale, ma conviviale e inclusivo per tornare a celebrare una finalmente ritrovata condivisione. Come? Con drink che omaggiano i momenti per eccellenza di aggregazione, eventi che contribuiscono da secoli a trasformare l’essere umano da singolo individuo a elemento appartenente a una comunità ben delineata, spaziando quindi dai celebri Carnevale di Rio (il corrispettivo drink è il “Colada de Janeiro”, realizzato con Barceló Imperial rum, Ananas acidificata e Cocco tostato) e San Patrizio (“Cacio e Whiskey” con Busker whiskey irlandese, Disaronno, Formaggio e Panna) fino a feste più legate al territorio come il Palio della Rana (“Negroni del Palio” a base di Tanqueray 10, Bitter Fusetti alla pesca, Martini Fiero e Rinomato Aperitivo). Un rito selezionato per ogni drink, che racconta sia come storytelling sia come ingredienti il Paese (o il paesino) che lo ospita.

Ma Cinquanta-Spirito Italiano, ora più che mai, abbraccia con decisione anche il food. Le fondamenta sono le stesse della nuova drink list, perché la cucina è internazionalmente tradizionale con delle tapas fusion-campane a farla da padrone assoluto sulla tavola. In questo bel mix fra ricette della nonna con sfumature orientali, da una parte le polpette fritte vanno a smuovere la più autentica cucina del ricordo e dall’altra i ravioli alla piastra abbracciano inaspettatamente un gustoso cuore di polpo alla Luciana.

E ancora: troviamo il padellino ripieno con spunzillo e tonno o le tipiche melenzane ‘mbuttunate, per non parlare del Katsu Sando di maiale nero casertano con pomodoro San Marzano e cipollotto nocerino. Vero e proprio manifesto, quest’ultimo, di una rinnovata offerta food che vuole rendere l’esperienza di Cinquanta-Spirito Italiano il più appagante e completa possibile.

“Perché il cocktail può essere buono, il piatto pure, ma l’esperienza alla fine è la cosa che conta di più e che tutti si portano dietro”, ci ripetono Alfonso e Natale al termine della serata di presentazione. Con l’ambizione (e anche la consapevolezza) di poter trasformare questo meraviglioso sogno in solida realtà.